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Brand Purpose ed experience: quando i brand supportano le esigenze delle comunità
di Sara Moore

Mentre il mondo è alle prese con la pandemia globale, continua ad aumentare la disparità fra chi è stato colpito più duramente sul piano finanziario. Al contrario del racconto secondo il quale “andrà tutto bene”, infatti, le donne di tutte le etnie, con particolare riferimento alle donne di colore e latino-americane, sono quelle che hanno subito il peso maggiore delle ricadute economiche con una vera e propria “she-cession”. 

Negli Stati Uniti, secondo il rapporto mensile del Bureau of Labor Statistics (BLS), solo nel mese di settembre sono state costrette ad abbandonare il proprio impiego 865.000 donne, contro 216.000 uomini. Le mamme, per prendersi cura dei figli, hanno dovuto ridurre le ore lavorative dalle quattro alle cinque volte in più rispetto ai padri. Le donne di colore, mantenendo perlopiù da sole la propria famiglia, con un basso reddito, stanno soffrendo moltissimo la situazione. 

A settembre, secondo i dati del National Women’s Law Center, a differenza delle donne bianche con un tasso di disoccupazione del 6,9% e degli uomini bianchi del 6,5%, le donne di colore e latino-americane avevano un tasso di disoccupazione dell’11,1% e dell’11%. 

I brand, consapevoli del problema, stanno proponendo molte iniziative per offrire un nuovo lavoro a questo particolare settore della popolazione. Fornendo alcune opportunità ai consumatori per interagire coi brand, molte aziende stanno spostando i loro investimenti dall’attivazione delle experience tradizionali a quelle guidate da un brand purpose, come borse di studio, formazione professionale e programmazioni formative per studenti, al fine di aiutare le comunità a rimettersi in sesto.


Molte aziende stanno spostando i loro investimenti dall’attivazione di experience tradizionali ad experiences guidate da un brand purpose. 


In tal proposito, una delle più grandi iniziative è la campagna di Unilever’s United for America, “un movimento che unisce partner commerciali e non-profit per aiutare le comunità più colpite a riprendersi”. Durante la seconda fase della campagna, Unilever sta investendo 5 milioni di dollari in 10 diverse città per iniziative rivolte alle sole donne e agli studenti. Unilever, inoltre, si è unito al gruppo Luminary per fornire 250 borse di studio per le donne imprenditrici colpite dalla crisi; il 79% di esse è stato assegnato a donne di colore, con l’obiettivo di “aiutare in tutta l’America le aziende di loro proprietà a superare l’impatto economico causato dall’avvento del Covid-19, per recuperare, ricostruire e immaginare di nuovo il loro futuro”.

Unilever collabora anche con dei rivenditori, quali HEB a Houston, Dollar General a Fort Wayne, Indiana, e Vons a Los Angeles, per fornire computer e piani dati con lo scopo di colmare il divario educativo verso gli studenti che non possono permettersi risorse adeguate allo svolgimento della didattica a distanza. Unilever e i rivenditori supporteranno anche il Boys & Girls Club e altre organizzazioni locali in diverse città, per fornire programmi educativi di persona, materiali scolastici e altre risorse tecnologiche per gli studenti.


È davvero una luce di speranza vedere i grandi marchi a supporto di esigenze così sentite dalla popolazione


Per aiutare la campagna, Unilever ha ottenuto il sostegno di 96 enti: aziende, agenzie di media e marketing, studi legali e trasporti, tra cui Interpublic, VaynerX, Pinterest, SiriusXM, Meredith, Conde Nast, Edelman, Loeb & Loeb e J.B. Hunt Trnasport. 

Per quanto sia importante sottolineare che i problemi di cui si è parlato in questo articolo fossero presenti ben prima dell’arrivo della pandemia e che gli stessi non verranno risolti con la sua fine, è davvero una luce di speranza vedere i grandi marchi a supporto di quei valori così sentiti dalla popolazione. Possiamo solo sperare che iniziative di questa portata non scompaiano con la comparsa del vaccino, che si possa continuare a raccogliere sfide per risolvere i problemi che la “she-cession” ha portato ancora più in evidenza, tornando a una normalità che sia però in grado di includere anche una maggiore eguaglianza.