Per oltre un secolo i Motorshow sono stati tra i più importanti eventi al mondo: i brand produttori facevano a gara per esibire quelli che sono a tutti gli effetti simboli di crescita economica e tecnologica. Le cose tuttavia recentemente hanno iniziato a cambiare.
Proprio lo scorso anno, i tre principali produttori di automobili tedeschi hanno scelto di non partecipare al Salone di Detroit; nel frattempo il Salone di Ginevra nel 2019 ha visto diminuire il numero di visitatori per il terzo anno di fila. Sembra che le nuove generazioni siano sempre più abituate a esperienze di qualità, esperienze in cui non c’è più bisogno di farsi strada nella folla per raggiungere la prima fila e poter ammirare il nuovo modello di supercar.
Questo non è un nuovo trend: i produttori di auto da diverso tempo hanno iniziato a lavorare su nuove modalità per lanciare sul mercato i loro nuovi prodotti. Da eventi trasmessi in streaming mondiale a interazioni AI-driven le innovazioni non sono certo mancate. Ma oggi possiamo certamente dire che la pandemia ha accelerato questo processo.
In modo simile a quanto accaduto con lo smartworking, in cui le compagnie hanno dovuto improvvisamente “imparare” a gestire i loro dipendenti da remoto mentre dall’altra parte le persone familiarizzavano con nuovi modi di scoprire e interagire con il mondo, anche l’automotive ha premuto a fondo l’acceleratore per adattarsi a questo cambiamento improvviso.
Alimentati da una crescente ricettività verso i dispositivi digitali, così come le preoccupazioni per la salute e la sicurezza riguardo i grandi eventi, si è iniziato a ragionare su nuovi framework per i lanci automotive, dando luce a nuovi standard.
Negli ultimi mesi abbiamo visto diversi approcci:
– La nuova Fiat 500 Electric, presentata online a marzo proprio all’inizio della pandemia, seguita da experience locali, in sicurezza e a porte chiuse realizzate dalle concessionarie.
– La nuova Audi A3, che ha avuto la sua anteprima mondiale su YouTube, per poi essere presentata in eventi digitali direttamente gestiti dai concessionari locali.
– Più recentemente Maserati, con un magnifico lancio full digitale su una piattaforma web proprietaria.
Ma la trasformazione non finisce qui. Così come i produttori hanno trovato nuovi modi per lanciare i loro prodotti, hanno iniziato anche a sviluppare e nutrire i loro ecosistemi digitali per migliorare la customer experience. Avendo ben chiaro che la connettività sarà sempre più cruciale per il processo di acquisto, pionieri come Tesla e Land Rover hanno implementato la possibilità di acquistare le auto online; con un riscontro anche piuttosto positivo.
E poiché le abitudini di consumo hanno continuato ad evolversi – secondo Google oggi il “19% degli acquirenti di un’automobile la comprerebbe più velocemente se ci fosse un’opzione di acquisto online” (Google Global Auto Pulse, May 2020) – anche altri brand si sono adattati e hanno seguito l’esempio di Tesla e Land Rover, permettendo ai consumatori di acquistare i loro modelli online e riceverli comodamente a casa.
Sicuramente la pandemia ha sconvolto molti settori. Quello dell’automotive, che si stava già adattando non senza difficoltà ai cambiamenti relativi al comportamento dei consumatori e alle pressioni relative all’ambiente (mobilità elettrica, mobilità condivisa, impronta del carbonio) è ancora incerto su come raggiungere la sua “nuova normalità”.
Gli eventi automotive diventeranno principalmente virtuali, o torneremo a quelli fisici perché ci mancano? L’impianto ibrido (digitale più fisico) diventerà la norma nell’immediato futuro? Riusciremo a trovare un’intersezione digitale tra evento online e processo di acquisto?
Qualsiasi cosa accadrà, ciò che sicuramente è assolutamente non negoziabile è la qualità dell’esperienza offerta. Nonostante infatti il digitale dia la possibilità di raggiungere pubblici più grandi e lontani geograficamente, vedere passivamente un evento in streaming non è e non deve essere un rimpiazzo dell’esperienza fisica.
I lanci di automobili devono continuare a essere progettati dai brand in base al loro pubblico, non solo al modello.
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